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A seguito del nuovo D.P.C.M Covid-19 emesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comune di Milano lancia una campagna di sensibilizzazione dell’opinione Pubblica, attraverso un documento dal titolo:
MILANO 2020, Strategia di adattamento.
Documento aperto al contributo della Città.
Il documento è composto di 17 pagine:
- Introduzione
- Visione
- Strategie, azioni, progetti
- Gestione altre fasi
Nel capitolo “Visione” si trovano i temi che sono strategici al Comune di Milano per riportare la città alla normalità:
- Governace, diritti e inclusione
- Economie, risorse e valori
- Lavoro
- Tempi, spazi e servizi
- Sostenibilità
Nel capitolo “Strategie, Azioni, Progetti” si trovano le politiche che il Comune di Milano intende attuare:
- Massimizzare la Flessibilità/Ritmi orari. Azioni immediate:
- 1) Gestione Risorse umane e Servizi del Comune di Milano
- 2) Lavoro agile e de sincronizzazione degli orari di lavoro
- 3) Orario del commercio
- Mobilità/ Risparmiare spostamenti e diversificare l’offerta di mobilità. Azioni immediate:
- 1) Contingentamento del trasporto pubblico
- 2) Provvedimenti sulla mobilità
- 3) Programma strade aperte e ciclabilità diffusa
- Spazio Pubblico e Benessere/ Riconquistare spazio per l’attività fisica. Azioni immediate:
- 1) Riattivazione dei parchi, dei centri e degli impianti sportivi
- 2) Piazze aperte in ogni quartiere
- 3) Spazi all’aperto per attività commerciali e di somministrazione
- Servizi Digitali/ ampliamento e facilità di accesso. Azioni immediate:
- 1) Connettività
- 2) Sportelli anagrafici
- 3) Integrazione Dati
- 4) App del cittadino
- 5) Educazione digitale
- 6) Certificati anagrafici
- 7) Call center 020202
- Servizi ai quartieri/ tutto in 15minuti Azioni immediate:
- 1) Piano straordinario della sicurezza per gli uffici comunali
- 2) Riprogettare i servizi estivi
- 3) L’estate nei quartieri popolari
- Cultura/ Diffondere la Cultura. Azioni immediate:
- 1) Estate Sforzesca
- 2) Musei e biblioteche (ri)aperti
- Attività economiche/ Innovazione e Inclusione. Azioni immediate:
- 1) Riorganizzazione del Layout di spazi commerciali e mercati comunali
- 2) Servizi welfare Ambrosiano
- 3) Sistema di mutualità del territorio
- 4) Yes Milano
- Infrastrutture, Edilizia e Opere Pubbliche/ Snellire le procedure. Azioni immediate:
- 1) Infrastrutture "Dual use"
- Collaborazione e Inclusione/ Recuperare lo spirito di collaborazione. Azioni immediate:
- 1) Fondo Mutuo Soccorso
- 2) Dispositivo aiuto alimentare
- 3) Milano aiuta
- La città dei Bambini/ Scuola aperta e diffusa. Azioni immediate:
- 1) Nuovi spazi e una rete ampia
- 2) Riprogettare i servizi estivi
- 3) Orari scolastici
- 4) Summer school
Un documento con una visione di un futuro che, pur condivisibile in parte, mi trova abbastanza perplesso e al quanto scettico sulla sua applicabilità a breve, manca di pragmatica. La terminologia "azioni immediate" mi suona come propagandistica se pur auspicabile. Con quale cronoprogramma si pensa di portare a termine una mole di lavoro che, a naso, potrebbe andare a regime in non meno di 5 anni e non per problemi economici se pur non trascurabili, ma per problemi organizzativi e logistici.
Ora, chiedere una partecipazione popolare, lascia intravedere l’intento da una parte lodevole del coinvolgimento diretto e della partecipazione, ma dall’altra del voler percorrere una linea del tutto o in parte teorica dove la partecipazione dovrebbe essere fortemente incentivata tramite il coinvolgimento diretto e concreto delle Associazioni, dei Comitati e comunque di ogni gruppo che sia rappresentativo e di una certa valenza anche qualitativa, non attraverso una forma open, ma ufficiale. La sensazione è che si voglia dare ascolto solo a chi apparentemente allineato al pensiero anche politico della Giunta.
Da un punto di vista pragmatico, la sola parte che ha un contatto con la realtà è a pag.2, le tre tabelle che definiscono:
- Scenari di riferimento
- Condizioni necessarie alla ripresa
- Target di riferimento
Appare evidente e tuttavia scritto in piccolo, forse per precauzione strategica, quanto sia indispensabile e da attuare prima di ogni altra visione possibile, quelle che sono le indicazioni necessarie per ipotizzare una futura ripartenza della vita in città, ancora avvolta in una nebbia fitta dove non ci sono certezze su niente, su questo condivido la posizione dei sindaci che chiedono una maggiore autonomia allo Stato per una gestione più aderente alle diverse realtà già oggi presenti in Italia.
Non vedo come si possa pensare a una fase 2, quando siamo ancora a valori impressionanti di contagiati per altro sottostimati, nonostante le curve siano entrate nella fase logaritmica a seguito dei numeri ufficiali, non sappiamo soprattutto quanti siano i positivi e tuttavia asintomatici, dunque in grado di trasmettere il virus e dal 4 Maggio liberi di circolare anche se con restrizioni. Non sappiamo esattamente quante persone sono ammalate o con sintomi a livello domiciliare, non c’è un piano per la mappatura a riguardo con il famoso test veloce, né con quello sierologico e tanto meno con i tamponi di massa. I medici di base non hanno indicazioni chiare da parte del sistema della Sanità Lombarda. Solo per citare un valore ad oggi 29/04/2020, 27.809 milanesi in isolamento domiciliare, 21,16% di contagiati sui tamponi fatti, il che lascia presagire che se aumentano i tamponi aumentano anche i valori. Davanti a una situazione come quella di Milano, sarei molto cauto nel dichiarare l'inizio della fase 2.
Le tre tabelle marcate giustamente in rosso, sono le priorità del momento e queste sì, da annoverare come azioni immediate e a valle tutto il resto.
Io credo che gli sforzi della giunta debbano andare nella direzione di risolvere questo gap tra quanto ostinatamente dichiarato da Regione Lombardia e quanto invece è la verità milanese e lombarda del contagio, a tutela della salute dei cittadini ma anche dell’economia perché una ricaduta sarebbe letale per Milano, per la Regione e per le famiglie, non è vero il contrario, non è completamente vero che l’economia se non riparte muore, muore sicuramente se riparte con questa incertezza e con un’alta % di rischio che non ha per esempio, la Regione Veneto, dove sono stati eseguiti campionamenti di massa e dove hanno il controllo della situazione.
Una riflessione merita il comparto Trasporto Pubblico, soprattutto per quanto riguarda la metropolitana ma anche Trenord.
Sono d’accordo per la segnaletica sia in banchina che nei treni, tuttavia sapete bene quale sia il livello della qualità dell’aria nei tunnel metropolitani e all’interno dei vagoni. Un argomento poco dibattuto se non eclissato, dati alla mano la qualità dell’aria è peggiore che in superficie. Dunque non è solo un problema di distanziamento, ma anche di rigenerazione dell’aria respirata ed espulsa sia pure filtrata in parte dalle mascherine. Occorre una riflessione su come debbano essere equipaggiati i treni a livello di gestione dell’aria riciclata, di quali siano i sistemi di filtrazione e abbattimento delle sostanze sospese e batteriche. Non basta la disinfezione, occorre capire su cosa e come interviene il sistema di gestione aeraulico dei convogli.
Altra questione è quella degli spostamenti.
L’argomento Mobilità ci rimanda alla questione del dare la possibilità alla cittadinanza di utilizzare l’auto, sospendendo, sia pur temporaneamente, ogni restrizione e il rispetto degli accordi Shengen. Non è ipotizzabile un controllo sulla massa critica che ricade sul trasposto pubblico, è pura follia ipotizzare una gestione controllata dei flussi nelle ore di punta, anche con la flessibilità degli orari di lavoro, la gente non si sposta solo per lavoro, dunque o si mantiene la certificazione degli spostamenti per soli scopi lavorativi, o tutte le attività dovranno stare aperte H24, compresi tutti gli uffici, come avviene alla Microsoft americana dove lavorano nella massima flessibilità e persino di notte. Si ritorna al grande Olivetti, all’epoca censurato perché le sue idee portano in sé una base eversiva del dispositivo industriale italico, basato sullo sfruttamento del sistema lavoro traendone soli guadagni e investimenti in funzione del guadagno. L’idea di un’incentivazione all’uso della bicicletta o monopattino, è assurda se pensata per uno spostamento di lavoro oltre i Bastioni con zainetto o borsa porta computer, magari quando piove o tira vento o fa freddo. Poi c’è la questione dei figli da portare a scuola prima di andare in ufficio? Lo si farebbe con la bicicletta in Gallaratese per poi andare in ufficio in Garibaldi?
Poi ci sono tutti gli argomenti da riprendere in fasi successive, magari auspicando interventi direttamente eseguiti sulle voci, in colorazione diversa.
Gianluca Gennai
Documento integrale in allegato.
Questo il link alla sezione dedicata del sito del Comune di Milano:
https://www.comune.milano.it/aree-tematiche/partecipazione/milano-2020
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