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L'area B (che poi presupporrà un'area A?) va vista per quel che è: una predisposizione al controllo totale degli accessi a Milano per fini meramente economici.

Come per l'area C troveranno il modo di far pagare chi vuole entrare e non può farne a meno.

L'inquinamento è una scusa e il traffico si sposta solo leggermente un po' più fuori.

Il senso di questa iniziativa e le sue ricadute diventano chiare se si pensa alla grande distribuzione, a quelli che entrano e escono tutti i giorni con camion e camioncini per rifornire i grandi e piccoli negozi.

Posto che in città le fabbriche sono quasi del tutto scomparse tutto quel che viene venduto è trasportato da fuori.

E' da questo traffico che il comune si aspetta un grande introito.

I mezzi usati viaggiano in tutta Italia e alle aziende non converrà mai cambiarli per i pochi ingressi in città.

Se quel che dico è vero gli effetti tangibili potrebbero essere due: nuovi punti di interscambio appena fuori dalla provincia per effettuare il trasbordo da mezzi inquinanti a mezzi adatti al trasporto urbano e costruzione di nuovi ipermercati in aree strategiche, ovvero sul confine dell'area B.

Immaginate un grande centro commerciale con ingresso di scarico merci lato tangenziale senza vincoli e punto vendita con accesso interno all'area B.

Vicino al consumatore ma fuori dall'area potenzialmente "a pagamento".

Un grande vantaggio sulla concorrenza che se sta dentro l'area B paga di più i trasporti e se sta fuori obbliga i clienti a entrare e uscire dall'area con potenziale pagamento di pedaggio.

Ho scritto questo anche alla luce di progetti come il nuovo centro commerciale nell'area porto di mare che pare essere stato reso possibile da una modifica del PGT e di altri progetti logistici in zona Lacchiarella.

Le soluzioni all'inquinamento sono ben altre.