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Tutta Milano è un cantiere aperto, si costruisce in ogni dove, si sperequa, si demolisce e si ricostruisce, si fa un parergo a un'opera letteraria di dubbia qualità, è solo nelle prime pagine.
Certo, qui il discorso è diverso, siamo sotto la tutela dei beni culturali e storici di Milano, peraltro tutti sono in pace con la propria coscienza visto che si è tentato un bando per aggiudicare il lavori a un privato che poi dovrebbe trarre utili da una ristrutturazione, ma come visti i vincoli dati? E poi perchè non percorrere anche in questo caso l'utile sperequazione tramite concessione di spazi dove edificare per recuperare l'eventuale investimento ?
La realtà è che si è dato abbastanza o forse tutto per il recupero di Villa Scheibler, e Villa Caimi-Finoli può attendere se non cadere a pezzi.
Mi chiedo se non è meglio abbaterla definitivamente, dato lo stato di abbandono che è uno sfregio per il quartiere e una sconfitta per Milano che certo non attenziona le periferie come dovrebbe e come ha promesso di fare. Per certe zone degradate, si è sempre parlato di ridare il bello e portare la cultura come veicoli di rinascita, ma non vedo gru in zona ne in altre periferie, questo vuol dire stallo, disoccupazione, arresa
Gianluca Gennai..
Nei tempi oscuri
di Bertolt Brecht
Non si dirà: quando il noce si scuoteva nel vento
ma: quando l'imbianchino calpestava i lavoratori.
Non si dirà: quando il bambino faceva saltare il ciottolo piatto
sulla rapida del fiume
ma: quando si preparavano le grandi guerre.
Non si dirà: quando la donna entrò nella stanza
ma: quando le grandi potenze si allearono contro i lavoratori.
Tuttavia non si dirà: i tempi erano oscuri
ma: perché i loro poeti hanno taciuto?
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