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Quest’occasione è del tutto inaspettata per via del tempo trascorso dal primo intervento sull’argomento M4. La critica sugli aspetti negativi di quest’opera, si erge sull’onda della difficoltà che essa incontra e che certamente ricade sulle superfici occupate dai cantieri e su quanti vivono il disagio recato per natura stessa dei lavori per i quali sono stati aperti: scavi, movimento terra, transito in centro città di mezzi anche di notevoli dimensioni ecc. Su questo non c’è molto da dire, è una conseguenza, un prezzo da pagare, il costo del progresso, non esiste impatto zero ma danni collaterali calcolati che si traducono in numeri inseriti su un documento intitolato criticità di superficie. Mi pare che siano previsti rimborsi a tal proposito, ovviamente a spese del comune, non certo delle aziende costruttrici, anche se in qualche caso bisognerebbe sondare meglio le responsabilità.
Quanto scritto riguardo le criticità è tutto vero e forse scaturisce da una mancanza di tempo ingegneristico a chi doveva consegnare rapidamente un progetto, con la conseguenza di non pensare approfonditamente a tutte le possibilità di contatto e di interscambio che essa aveva potenzialmente. Quando si parla di gravi mancanze progettuali, non è tanto la validità dell’opera che è minata, semmai la sensazione è che il progetto sia stato in parte marginale, quasi superficiale forse con la prospettiva di poter cambiare qualcosa in corso d’opera, ovviamente a costi aggiuntivi e con maggiori disagi per i cittadini ma con maggiori guadagni per chi costruisce, per via degli extra budget, forse un modo per recuperare perdite o per un ristoro economico.
Riprendo il post dell’architetto Luca Minici, certamente preparato sul tema trasporti vista la sua tesi del 2009, in cui c’è un capitolo, il nono, in cui sviluppa l’argomento del raddoppio del passante e la linea metropolitana 6, progetti che al tempo erano di grande attualità in tema di evoluzione dei trasporti pubblici, e che oggi sono completamente sommessi a un orientamento anche politico che sovrasta il concetto di sviluppo equo della città, ecco un tema che invece potrebbe essere inserito nel concetto di partecipazione progettuale aperta, democratica ma soprattutto civica, che invece andrebbe a supportare l’idea di dibattito tanto pubblicizzata dalla politica quanto ridotta a qualcosa che si avvicina più al Carosello di una volta, in bianco e nero. Un tema che rilancia il bisogno delle metropolitane e di altri sistemi come il potenziamento del passante che chiamerei suburbana, ma anche di linee nuove di superficie, tendenti a sviluppare nuove relazioni tra le periferie come ben scrive l’architetto Battisti su Arcipelago Milano ( Emilio Battisti IL RECUPERO DEGLI SCALI, CIRCLE LINE E SECONDO PASSANTE ).
Il tema M4 e le difficoltà che ci sono a realizzare infrastrutture di queste dimensioni, in sotterranea, rilanciano l’argomento della partecipazione, soprattutto in seno al bisogno che c’è di aperture a soggetti che possano contribuire a migliorare la progettualità di sviluppo della città, purtroppo ostacolato quando percepito come ostile o tendente alla ragionevolezza, oggi totalmente assente e sostituita da una spregiudicatezza che diventa un paradigma dello sviluppo ambizioso di una Milano che aumenta le distanze invece di ridurle, paradosso del trasporto pubblico.
Gianluca Gennai.
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