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Riprendendo il concetto di dibattito, scarterei l’idea del “débat public” non realizzabile nel modello francese, perché impreparati e non organizzati in tal senso, anche per l’assenza di una volontà nel proporre una figura che dovrebbe assumere il titolo di garante " super partes ", sia esso un Maitre d’Ouvrage sia esso persona incaricata di formare una commissione che, in questo caso, non mi pare sia stata nominata.
La discussione potrebbe avere un senso, se l’Assessore riuscisse ad attivare almeno un confronto/congresso aperto alla cittadinanza e ben pubblicizzato, alla presenza delle diverse anime del dibattito, dove dare voce alle rappresentanze con le loro varie opinioni. Tale iniziativa, se promossa dalla Giunta Comunale, darebbe senz’altro un forte segnale di collaborazione e trasparenza.
Resta l’amaro sentore che non si voglia affrontare i temi a viso aperto davanti ai cittadini che hanno votato a favore della riapertura dei navigli ma nel 2011, alla quale ha fatto seguito uno studio di fattibilità commissionato al Dipartimento di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Milano, dove sono emersi diversi punti critici, rimasti indiscussi e non approfonditi, a scapito anche di eventuali proposte alternative, finora mai esposte se non tramite ipotesi tenute volutamente " sotto traccia ".
Oggi le domande sono molte, la prima è perchè non è stato aperto un canale pubblico, ufficiale, dove inserire tutte le domande alle quali dare delle risposte, a anche le varie proposte da porre al voto della cittadinanza via web ( una delle regole del Débat Public ). Questo potrebbe dare un orientamento sulla necessità o meno, di un nuovo referendum.
Da una mia verifica, fatta per CCC sulla base della situazione attuale, vedo, grosso modo, 43 punti critici da esporre alla cittadinanza e al gruppo proponente ( incroci, parcheggi e passaggi pedonali ) a partire dalla Cassina de Pomm fino alla Darsena, per i quali, anche come semplice cittadino, vorrei delle risposte dettagliate riguardo le misure compensative e/o alternative.
Come base farei le seguenti domande:
1) Sapere se c'è un progetto alternativo, in modo da non dover decidere se aprire o no i navigli, ma scegliere tra almeno 2 progetti possibili, a parità d’obbiettivo o di risultato (anche per applicare almeno una delle regole fondamentali del Débat Public, visto che di questo si parla).
2) Soluzioni per le soste delle auto occasionali e residenziali, sia durante i cantieri che a lavori ultimati.
3) Viabilità provvisoria durante i cantieri.
4) Viabilità definitiva a opera terminata con conseguente ricaduta sulla vaiblità generale.
5) Deviazione trasporti pubblici, provvisoria e definitiva.
6) Altezza dei ponti di transito ad opera terminata (più sono alti, più rallentano le auto).
7) Percorso dei mezzi pesanti ( camion, ecc. ) durante la cantierizzazione.
8) Soluzioni per l’inquinamento acustico e delle polveri, durante la cantierizzazione.
9) Dettagli sui disservizi previsti (acqua, gas, luce, rete dati).
Gianluca Gennai.
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