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La situazione è nota da tempo, soprattutto per chi ci abita lì dalla nascita come me. Ho effettuato anch'io foto dal mio balcone ove ho assistito più volte a lavaggi corporali quasi integrali, lavaggi di capi di vestiario, oltre all'abbandono di rifiuti. Quelle allegate risalgono al luglio dell'anno scorso. Per chi conosce da tempo il problema sa bene che la fontanella è da anni meta di gruppi di Rom quando avevano i loro addiacci nei campi dietro al ristorante che - per chi vive da tanto nel quartiere - ricorda sempre come Al Polireou mentre oggi si chiama Shambala. Poi è stata la volta degli immigrati quando occupavano gli stabili di Via Antegnati e si recavano anche nelle ore notturne a riempire bottiglie di acqua. Oggi è sempre ancora meta di Rom. Quei Rom che fino a un certo orario stazionano davanti al giardinetto dinanzi all'ingresso dell'Esselunga di Via Ripamonti per poi prendere il tram 24, scendere alla fermata prima del capolinea e fermarsi nelle ore pre serali nel parchetto in questione Ripamonti/Chopin a consumare le birre acquistate all'Esseleunga, chiacchierare tra loro amabilmente (a volte anche rumorosamente), quindi usufruire dell'acqua della fontanella, per poi percorrere la Via Fra Pampuri per raggiungere i loro recenti ricoveri notturni, ovvero gli immobili inutilizzati di Via Amidani. Il tutto sempre rispettando con metodo i medesimi orari, ogni giorno.
Quindi la situazione è ben nota e anche da tempo, soprattutto per chi lì ci abita da una vita ed è costretto a conviverci proprio malgrado.
Cosa si può fare? Ottima domanda.... ma di non facile risposta, anche per chi ha tentato di andare a fondo della questione. Ho disquisito più volte con i nostri sempre ottimi agenti della Polizia Locale del Municipio 5 prendendo atto che il concetto di "bivacco" è del tutto interpretabile e non vi sono regole e sanzioni chiare al riguardo. Mi sono anche domandato se non fosse possibile procedere ad una chiusura della fontanella che, comunque, costituirebbe una soluzione di ripiego, acclarando così che non sono realizzabili altri più diretti rimedi, soluzione non gradita a chi conduce i cani in quel parchetto, essendomi anche stato riferito che poco tempo fa un Giudice aveva concesso gli arresti domiciliari o soggiorno obbligato a un soggetto senza dimora che aveva eletto domicilio proprio in quel parchetto al quale quindi gli doveva essere assicurata l'acqua della fontanella come risorsa vitale.... Quanto alle sanzoni per abbandono rifiuti e eventuale deturpamento del verde, anche se presi in flagranza, sarei curioso di vedere come e se quella sanzione verrebbe poi pagata o esatta dall'erario, probabilmente allo stesso modo con cui viene pagato o esatto il biglietto del tram....
Soluzioni? Qualche Assessora alla Sicurezza del Comune di Milano poco tempo fa diceva che la colpa è nostra perchè non usiamo quei luoghi e li lasciamo non presidiati e quindi alla mercè di altri avventori. Evito ogni commento al riguardo. La proposta soluzione di una recinzione non inibirebbe comunque l'utilizzo della fontanella durante l'orario di apertura del parco stesso. La questione peraltro non può essere affrontata solo sotto l'aspetto dell'utilizzo di acqua pubblica, riguarda il modus vivendi di certe comunità, a partire dalla ricerca di un alloggio stabile e fisso e non in baracche abusive o in addiacci temporanei in edifici abbandonati fino ad arrivare al tema della inclusione sociale e dell'inserimento nel contesto sociale in cui si è scelto di vivere rispettando le regole di convivenza civile.
Possibili primi rimedi: riguardo allo specifico aspetto segnalato dal cittadino, ritengo sia quantomai opportuno un intervento del legislatore nazionale che consenta alle forze dell'ordine e ai Comuni con le forze di polzia locale, GEV e quant'altro di disicplinare determinati comportamenti non eufemisticamente improntati all'educazione civica poter intervenire con strumenti efficaci e di dissuasione su simili comportamenti. Aggiungo che, anche come consigliere del Municipio 5, una prima soluzione sia quella di sollecitare e fare in modo (come stiamo da tempo già facendo peraltro) che gli edifici dismessi di Via Antegnati/Amidani vengano al più presto effetiavemente riutilizzati, quindi tanto gli edifici ex Ligresti che nei prossimi mesi avranno finalmente nuova vita quanto le limitrofe palazzine c.d. Unipol di Via Amidani ang. Via Gabussi, così che tali edifici non vengano più utilizzati da persone senza fissa dimora e quindi "costretti" (non si sa però bene da chi) a ricercare nelle adiacenze dei loro addiacci acqua per il lavaggio dei propri capi e delle proprie parti corporee utilizzando le fontanelle comunali che sono state posizionate nei parchi pubblici per ben diverso uso. D'altronde se ben ricordo, premettendo e riconoscendo per chiunque la dignità di persona a prescindere dal popolo a cui appartiene, tali gruppi Rom sono intinsecamente legati al concetto di nomadismo e troveranno certamente migliori luoghi ove poter spendere il loro tempo e dedicarsi alle propie attività lavorative contribuendo alla crecita e allo sviluppo del nostro Paese.
Scusate se mi sono dilungato ma essendo io il primo da tempo che mal tollero certe situazioni, Vi ho voluto rendere partecipi dell'approfondimento sul tema che ho svolto in questi due anni e che comunque continuerò a coltivare volendo quanto prima che simili scenari anche davanti alle finestre di Via Chopin 111 diventino un ricordo.
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