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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 22-03-2016 alle 01:04

Buonasera.

E’ del tutto comprensibile che forme viarie fantasiose e tecnicamente insostenibili possono urtare la suscettibilità di chi si occupa concretamente dei lavori, soprattutto quando sono contrarie alla progettualità degli esperti nel settore.

I comitati sono spesso formati da persone che non hanno le conoscenze tecniche per formulare idee sostenibili ma non possono essere declinati a poveri pazzi, cercano di dare un contributo magari legato alla salvaguardia di un albero, questo è vero, ma di un albero che è davanti al Loro portone.

Sono dell’avviso che si possa informare e ascoltare la cittadinanza senza per forza dover aspettare che l’esasperazione porti a forme di protesta organizzate come appunto i comitati, e questo è un parere del tutto personale.

Dal punto di vista tecnico, l’idea di sviluppare forme alternative di trasporto non la condivido neanche Io, sono del parere che si debba potenziare le linee esistenti e le reti esistenti come il passante che può certamente supportare la connettività e i flussi soprattutto nelle periferie a patto che si trovi la disponibilità di aree dove muovere i binari e le catenarie ( quanto già attuato a Parigi, Londra ecc. ).

E’ vero, i comuni della cinta non hanno risorse disponibili e si aspettano il sostegno e gli investimenti dalla città metropolitana non ancora concretizzata.

Per esempio, il prolungamento della linea 5 è possibile grazie alla disponibilità del comune di Monza che ha concesso terreni, autorizzazioni ecc.

Tuttavia sono del parere che molte risorse già orientate andrebbero ripensate a favore di uno sviluppo delle reti periferiche.

Ci sono progetti in stato avanzato che portano il passante a muoversi verso aree non coperte, non vedo la ragione per non promuovere una progettualità in tal senso magari polarizzata da aspetti non propriamente economici, si possono giustificare le posizioni di un soggetto privato non quelle di un soggetto pubblico, mi riferisco alla componente sociale che ha un'opera quando essa rappresenta un’inversione di tendenza come potrebbe essere lo sviluppo di una rete periferica anche di superficie magari togliendo finanziamenti agli ampliamenti in centro città ( con connessioni periferiche alle stazioni terminali ).

Rilancio con forza l’idea di sviluppo circolare e l’abbandono al concetto di sviluppo verticale e orizzontale mutuata al centro città.

Gianluca Gennai

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