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Mi sento di dire qualcosa sulle primarie.
Sono stato tra i primi col movimento delle Fe.L.Ci (Federazione liberi cittadini) a portare le primarie in Italia e posso dire che erano cosa ben diversa.
Un partito è una parte: il suo ruolo è interpretare il pensiero di una parte dei cittadini che si riconoscono in una ideologia o in un programma e scelgono di essere rappresentati da esponenti di quel partito.
Quindi un partito deve avere una sua linea precisa, una connotazione, con un programma serio e coerente nel tempo.
Le vere primarie servono ai cittadini per scegliere l'interprete: fermo restando i principi e il programma di un partito chi è più adatto a portarli a compimento?
Si sceglie quindi il valore morale e la capacità di una persona e non già le sue idee.
Oggi, specie a sinistra, si assiste alla vittoria del personalismo: chi si candida alle primarie porta il suo programma personale e quando vince lo impone al partito.
La persona, legittimata da questo voto, diventa più importante dei principi, dell'ideologia, del programma, e può decidere di volta in volta di cambiare idea... tanto è stato scelto dalle primarie, dai cittadini...
Però alla fine si ottiene un partito che non rappresenta più i cittadini ma le idee di un leader e dei suoi protetti.
Quando do il voto a un partito non posso più far conto di riconoscermi a priori nel suo operato: devo incrociare le dita e sperare che il leader la pensi come me.
Questa non è democrazia ma aristocrazia.
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