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Gentile Gianluca,
la strada è proprio quella che lei indica, e condivido il pensiero che la nostra città non si debba ridurre ad accontentarsi della dicotomia centro/periferia,
ma nella complessa aspirazione di diventare policentrica. Cioè dare uguali opportunità ai diversi territori dove la gente vive.
Per arrivare a questo bisogna dedicarsi a trasformare gli spazi in 'luoghi', pensando a centri di attrazione permanente diffusi.
Londra e Parigi ci sono riusciti. Milano comincia a provarci.
Con una scommessa in più, quella della città metropolitana.
In alcuni casi, lontano dal Duomo, si è investito in questa visione, anche nei comuni cosiddetti di cintura.
Conosce il Mufoco e il Pertini, nuovo centro culturale di Cinisello? Sono buoni inizi.
E a Milano il teatro Ringhiera, a Gratosoglio, dove Barembhoim ha raccontato un paio di anni fa la Peima della Scala
prima della prima, o il teatro Cooperativa a Niguarda, dove si fa teatro alla grande; c'è tanto sapere e cultura in quei luoghi, luoghi non spazi.
Accolgo l'invito, anzi la sollecitazione forte a fare di più.
A rendere meno 'Sperimentali' e più costanti e continui gli investimenti, non solo finanziari, ma emotivi e affettivi su questi luoghi.
Penso che istituzioni e cittadini insieme possano muovere molto se lo fanno insieme.
Non so in che zona abiti, ma in zona 2 c'è un consiglio di zona che ha buttato il cuore oltre l'ostacolo lavorando, molto e bene, sul progetto di ampliamento della biblioteca di Crescenzago.
Ci credono e ci credo anch'io, adesso bisogna contagiare tutti gli altri, cittadini scettici compresi.
Sono sicura che sia la strada giusta.
Con un pizzico di fiducia reciproca. Non crede anche lei ?
Paola Bocci
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