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Inviato da avatar Roberto Gariboldi il 19-02-2014 alle 16:06

Chi di paguro ferisce

La nostra cara vice sindaco, nell'entusiasmo laudativo per le iniziative comunali verso la Linterno, non bada a nulla; arriva persino a trasformare il mite paguro (poi è chiaro che quando viene attaccato si difende e quando caccia per vivere un poco si deve sbattere), che si trasferisce solo in conchiglie vuote (perciò non sfratta nessuno) quando non riesce a stare in quella in cui vive, in un aggressivo animale da preda. Questo è il segno di mancata applicazione e superficialità: nel tentativo di far apparire la nostra associazione quello che non è, si arriva persino a forzare la zoologia!

Io sono come il Candido volterriano, non penso mai male di quello che si dice o si fa; perciò mi rifiuto di pensare che un personaggio cittadino, che ricopre la seconda carica amministrativa, si sia voluta abbassare all'insulto verso un'associazione di volontari, che opera nel territorio milanese. L'infelice qualifica di paguri, rivolta a noi, probabilmente le è venuta in mente essendo un'appassionata subacquea. E devo dire che sia tremendamente forzata e calzante come un piede numero 45 in una scarpa numero 38. Sarebbe veramente squallido se un pubblico amministratore ricorresse al dileggio per screditare le associazioni che non sono allineate al suo pensiero. Mi permetto di ricordare che solo il confronto leale diventa occasione di crescita civile; le altre forme di confronto sono sempre rischiose, perché innescano reazioni inutili e distruttive, e noi a questo gioco al massacro non ci stiamo.

Confesso di sentirmi un po' annoiato, come usa dire il nostro nuovo premier Renzi, per le ossessive ripetizioni di falsità sul nostro conto: il CSA Petrarca è contrario al progetto del Comune e del Politecnico di Milano sul recupero della cascina Linterno: mio Dio, che male c'è? Saremo liberi di esprimere le nostre opinioni? Noi non insultiamo nessuno, non avveleniamo pozzi (espressione cara al suo collega di partito, il consigliere Pantaleo Rosario), non spargiamo false notizie, ma crediamo fermamente nella possibilità democratica di dissentire. E solo per questo è in corso da due anni un accanimento nei nostri confronti, che può trovare paragoni solo in periodi storici non così felici, come quello che viviamo ai nostri giorni.

Non abbiamo l'abitudine di diffamare le persone, spargendo ad arte notizie false e non verificabili (cosa che spesso succede nei nostri confronti); noi rispettiamo tutti, anche i nostri avversari. Per esempio, personalmente ho sempre avuto una grande stima per Gianni Bianchi (ora un po' meno) e per questa ragione non mi sono mai permesso di dire una cattiva parola sulla sua persona: lo sfido a portare un testimone sull'argomento. La mia stima nei suoi confronti mi ha portato a scrivergli per chiedere incontri chiarificatori, ma ho solo ottenuto vaghe risposte, che attendono ancora una data, un luogo (che non sia la sua sede) e un ordine del giorno concordato per dirimere questa assurda situazione. Caro Gianni, sapessi come mi dispiace vederti ridotto a servo fedele e ubbidiente; ti facevo un'altra persona.

Quanto a Lei, signora vice sindaco, il suo tanto vantato, fantasmagorico progetto con il Politecnico mi sembra cominci a vacillare su alcuni punti critici; è giunta notizia che, da parte della Sovrintendenza, le dovrebbe essere arrivata una lettera che chiede diverse rettifiche al progetto sulla Linterno, con particolare riguardo verso la parte più antica, così come dicevamo noi. Se non l'ha letta, la cerchi. Anche la stampa cittadina comincia a nutrire dubbi sulla perfezione del suo grande progetto; perciò presterei più attenzione a non sbilanciarmi troppo sulla magnificenza di questo lavoro.

Noi non abbiamo mai chiesto l'allontanamento di nessuno, ma abbiamo sempre proposto una onesta convivenza; anzi chiediamo che anche l'agricoltore trovi il suo spazio all'interno della cascina. Affermare che vogliamo impadronirci della struttura, per chissà quali fini, è perfetta malafede. I nostri progetti sono sempre stati annunciati a tutti, scritti su giornali e trattati in convegni, ottenendo importanti adesioni del mondo culturale cittadino. Le nostre richieste le abbiamo sempre formalizzate nelle sedi istituzionali, ma non sono mai state prese in considerazione, anzi sono sempre state cestinate. Dopo quello che ho appena scritto, chi in futuro parlerà di mene oscure, sarà in evidente malafede, se non farà nomi e cognomi di chi queste mene manovra.

Eppure noi siamo ancora qua, e ci saremo come voce alternativa, perché secondo noi la figura di Petrarca deve essere ricordata in quel luogo, non per una nostra particolare fissazione, ma per il bene della cultura milanese e gli indubitabili riflessi turistici, economici e culturali, che questo nostro progetto comporta. Voler forzare il buon don Gervasini, come figura alternativa a Petrarca, è una perversa visione della cultura: don Gervasini non abitò mai alla Linterno, ma in una casa vicino. E, se si è particolarmente accaniti nella ricerca del contratto di affitto di Petrarca, non capisco questa liberalità nei confronti di questo esimio sacerdote guaritore, che nella cascina probabilmente celebrò solo Sante Messe.

Non ho nessun tipo di ostilità verso il Pret de Ratanà; fra le altre cose mia madre ricorse proprio alle sue "cure" e mi raccontava spesso di questo curioso personaggio dal linguaggio disinvolto con un tenero affetto. La cascina Linterno è un grande contenitore e ci può stare anche l'aspetto antropologico di un sacerdote guaritore che operava nei dintorni. Ciò che troviamo assurdo, masochista e anticulturale, è negare l'ingresso a Francesco Petrarca, il personaggio che con la sua fama ha consentito la salvaguardia di questa struttura nei secoli: ora lo si caccia via come un inquilino moroso. Non riusciamo a capire questo incomprensibile comportamento, che sembra fatto apposta per far sorgere oscuri sospetti. E siamo noi a fare una domanda: il progetto è proprio solo quello di farne un divertimentificio "agri-culturale", o nasconde altro?

Roberto Gariboldi (CSA Petrarca)

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