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Inviato da avatar Enrico Vigo il 15-12-2013 alle 17:30

Fare il taxista non è cosa facile, oggi è una vita di sacrifici, incertezze e magri guadagni.

Milano negli anni è cambiata molto e l'utilizzo del taxi tendenzialmente diminuito, la crisi ha fatto il resto. Accanirsi con nuove sigle o formule che aggirano le regole faticosamente concordate, è nella sostanza concorrenza sleale (non ci si nasconda dietro ad un dito), elemento disintegratore del sistema che si regge a fatica su un precario equilibrio, col rischio per i cittadini di non beneficiare di alcun vantaggio.

Sparare ad una categoria agonizzante è uno sport che guardo con distacco, sospetto, preoccupazione e fastidio, e da semplice utente dico che a Milano il servizio taxi funziona ed è a buon prezzo rispetto alla media europea e italiana. Milano è all'avanguardia, vogliamo guastare il giocattolo?

Pensiamo piuttosto alla sicurezza dei taxisti con auto idonee, che separino il conducente dai passeggeri, riprendiamo il bandolo della matassa della sicurezza sul lavoro, oggi a mio avviso lo stato dell'arte attuale merita serie riflessioni, o vogliamo prima contare (all'itagliana) morti e feriti per pensarci?

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