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Interessante analisi...
http://www.sos-traffico-milano.it/ArticoliDettagliArticolo.aspx?ID=53
L'odio per il mezzo privato a quattro ruote: i veri motivi e il ruolo dell'argomento inquinamento.
Articolo postato il: 07/06/2013
Autore: Enrico Engelmann
Quando si parla dell'automobile, esistono molte persone, interi gruppi, che per essa nutrono un vero e proprio odio. Verrebbe da chiedersi, come mai!
In fondo l'automobile è il mezzo che permette a tutti di spostarsi ovunque in (quasi) qualsiasi condizione. Alcuni meriti dovrebbe averli! Per tanti anni è stata l'emblema dell'emancipazione. Della gente meno abbiente, che finalmente poteva andare ovunque quando voleva. Per le donne, che potevano spostarsi all'interno di un mezzo che garantisce una certa protezione, in particolare contro i malintenzionati. Per i giovani, che potevano andare facilmente in vacanza in compagnia.
L'uscita dal periodo postbellico è stato caratterizzato proprio dalla possibilità di potersi permettere un mezzo a quattro ruote proprio.
Se si guarda ai paesi del terzo mondo, si vede sempre che appena possono gli abitanti dei paesi che stanno uscendo dalla povertà si comprano un'automobile. Magari piccola, usata e un po' malandata. Ma già così è motivo di orgoglio.
L'automobile dovrebbe perciò essere vista al peggio come uno strumento utile, con qualche controindicazione ed effetto collaterale. Come tutte le cose che nel corso dello sviluppo tecnologico sono state create e diffuse sul mercato: telefono, televisione, aereo, energia elettrica etc...
Se si chiedono lumi a queste persone che tanto odiano l'auto, la prima giustificazione che viene adotta è l'inquinamento. Che naturalmente viene dipinto come causa di terribili malattie e di centinaia, se non migliaia, di morti solo in Italia.
Ora, come sanno coloro che seguono questo sito, tale argomento è in realtà del tutto inconsistente. Attualmente, ma molto probabilmente anche in passato, l'inquinamento urbano dell'aria (che poi coincide in pratica con l'inquinamento da polveri sottili) non è affatto dovuto alle automobili, ma ai riscaldamenti. Si vedano ad esempio gli articoli Correlazione inversa fra PM10 e temperature e Area C e Black Carbon: un approfondimento critico.
Davanti a questi argomenti inoppugnabili le persone che odiano le auto passano all'argomento congestione e traffico. Secondo loro usare l'auto è comunque assurdo perchè tutte le strade sono intasate e si va più veloce spostandosi in altro modo (il top è naturalmente la bicicletta, che permette di spostarsi più velocemente di superman). Ma anche questo argomento non regge, dato che il numero di persone che si spostano in auto è in realtà diminuito negli anni. E anche il numero delle auto possedute è calato. Lo dice chiaramente perfino il PUMS, redatto dalla giunta: "Nonostante il trend di forte decrescita degli ultimi anni, che ha portato Milano ad essere una delle grandi città italiane con il tasso di motorizzazione meno elevato..." (Notare il "forte"!). Perciò il traffico è certamente frutto di altre cose, ovvero della scellerata chiusura di strade, dell'allargamento dei marciapiedi, della creazione di piste ciclabili ai danni della carreggiata, e così via. Se le strade fossero ancora come negli anni '80, il traffico sarebbe molto minore!
Se la conversazione non si spezza perchè l'interlocutore perde la pazienza davanti a numeri che confutano in maniera incontrovertibile le sue affermazioni, l'odiatore delle auto passerà a due argomenti di ordine diverso, e in effetti anche più sinceri, ovvero affermerà che le città così piene di automobili sono brutte e che a lui l'automobile non serve, e che anzi crea disagi e pericoli per lui che va in bicicletta (tipicamente costoro si spostano in bicicletta). In questo modo, però, la sua posizione si indebolisce fortemente, dato che non può più essere difesa sulla base di argomentazioni oggettive, ma deve ricorrere ad argomentazioni soggettive.
Argomentazioni per forza di cose poco solide e, nel caso, specifico, anzi, del tutto prive di valore.
La prima è in realtà una non argomentazione, dato che equivale ad argomentare che la pasta è più buona de risotto perché... gli piace di più! Per quelli che preferiscono il risotto, tale argomentazione è intrinsecamente irrilevante. Perciò inutile discuterne oltre.
La seconda non è migliore, dato che equivale ad ammettere che la propria posizione si basa su argomenti meramente egoistici. E' evidente che non si può difendere qualcosa presso qualcun altro affermando che fa comodo ai propri interessi! E' come dire "E' giusto, perché fa comodo a me!" Alla stessa stregua un violentatore potrebbe difendere lo stupro, dato che a lui da piacere e gli permette di soddisfare i sui impulsi!
Da notare che questo egoismo di fondo traspare molto nettamente anche in quelli che quando gli si descrivono situazioni in cui senza un auto si è in difficoltà, replicano che allora confidano in un amico che gli dia un passaggio. Già! Così l'amico deve spendere i soldi per l'acquisto dell'auto, il bollo, la manutenzione, l'assicurazione, corre il rischio di fare incidenti, mentre loro (se va bene) gli danno giusto un contributo per la benzina e poi ti rinfacciano anche che loro sono quelli che salvano la città dall'inquinamento!
Abbiamo dunque dimostrato sin qui che l'odio verso l'automobile non ha alcuna legittimazione oggettiva, ma si basa su ragioni squisitamente personali e anche, almeno in parte, puramente egoistiche.
Ma in questo articolo voglio andare oltre. Voglio cercare di capire quali sono i gruppi di persone che odiano l'auto, e quali sono i motivi non immediati, ma lontani.
Se ci si fa caso, chi odia l'auto appartiene solitamente a due gruppi principali. O è un membro della upper class cittadina con molti mezzi economici, oppure fa parte della piccola borghesia cittadina, economicamente in sofferenza specie negli ultimi tempi di crisi. In particolare fa parte della piccola borghesia intellettuale, che ha una cultura medio alta, ma mezzi economici medio bassi.
Questo fatto suggerisce una chiave di lettura ben specifica.
In effetti gli interessi e i punti di vista di tali due gruppi dovrebbero essere divergenti, ma sul tema auto e mobilità vengono ad essere non convergenti, ma comunque compatibili e complementari. Anche se i motivi per cui i due gruppi detestano il mezzo privato a quattro ruote sono, a vole ben guardare, addirittura opposti!
Il primo gruppo, quello di quelli che economicamente stanno molto bene, odiano in realtà non tutte le automobili, ma solo quelle di quelli non appartenenti alla loro classe sociale.
Odiano il fatto che chi non è del loro giro, grazie all'automobile facile, possa andare nei posti che altrimenti sarebbero solo loro. Una volta in vacanza nei posti più belli ci andavano solo i "signori", i "poveracci", che potevano spostarsi al più in treno non potevano! Con l'automobile accessibile a tutti, nessun posto è più veramente esclusivo! Allo stesso modo, per costoro il fatto che la città sia piena di auto è un gran fastidio. A loro piacere potersi muovere facilmente! Ma purtroppo, nel traffico, una grossa Mercedes non va più veloce di un'utilitaria sgangherata!
Ben vengano dunque sosta a pagamento, Area C, strade chiuse (che tanto sono quelle dove costoro abitano, per cui possono andare dagli amici benissimo a piedi o in bici), eliminazione di sempre più parcheggi. Loro nelle zone chic, che gli altri devono raggiungere da lontano, ci sono già! E comunque, il ticket di ingresso, la sosta a pagamento, una multa o il taxi ogni tanto non sono certo il problema! I soldi non gli mancano!
In sostanza, costoro l'auto vorrebbero averla solo loro! E quale miglior sistema, se non renderne possesso e uso sempre più difficile?
Le motivazioni del secondo gruppo sono per così dire inverse e speculari. In questo caso si tratta di gente che per vari motivi, specie in questo periodo di crisi, l'auto non può permettersela. E sanno che ciò non potrà cambiare in un futuro prossimo. Questo fatto è per loro motivo di frustrazione, specie se si tratta di persone che arrivano da una famiglia in cui si possedeva un'auto.
Di regola si tratta di persone che hanno studiato, e che perciò hanno un'alta opinione di sé e che per questo, nel proprio intimo, pensano di meritare ben più riconoscimenti e gratificazioni economiche di quelli (scarse) di cui godono.
Tutti questi elementi contribuiscono ad accrescere in loro la frustrazione. Frustrazione che si traduce in invidia verso chi sta meglio di loro economicamente, magari pur essendo meno colto.
Ecco allora che l'invidia verso chi può muoversi in auto, specie se è grossa (l'odio verso il SUV, emblema di riuscita ascesa sociale in seguito a successi economici), li spinge a desiderare che anche chi può non possa fare ciò che a loro gli è precluso! Ecco allora la connotazione etica e morale al loro andare in giro in bicicletta! La pretesa di contribuire alla salvezza di un mondo altrimenti soffocato dallo smog permette di dare un senso e una dignità alla rinuncia che devono sopportare, alla fatica di doversi spostare in bicicletta anche con la neve, con il vento e con la pioggia.
Ecco perché queste persone preferiscono comunque la bicicletta al mezzo pubblico: la bicicletta li fa sentire un po' eroi, mentre sui mezzi pubblici si vedrebbero abbassati alla stregua di semplici persone con troppi pochi soldi per usare la macchina.
Ecco allora che, quasi casualmente e per motivi totalmente diversi, chi sta sopra la media e chi sta sotto la media si vede alleato contro chi sta in mezzo e vorrebbe semplicemente usare l'auto quando risulta essere il mezzo più adeguato alle proprie esigenze.
E perché quelli del secondo gruppo non ce l'hanno su innanzi tutto con quelli del primo, invece che con chi si trova in mezzo e non è in effetti per nulla particolarmente ricco? Il motivo è che i loro mondi sono troppo separati e il conflitto non ha neanche occasione di crearsi. I luoghi frequentati dalla upper class sono a priori irraggiungibili dagli appartenenti al secondo gruppo. Non li vedono quasi, nella realtà. Ne', quando li vedono, riescono a mettersi mentalmente nei loro e perciò invidiarli. Chi va in giro in bici perché i soldi per mantenere un'automobile non andrà mai a Saint Moritz, in Costa Smeralda o in altri posti superesclusivi! Ne' andranno mai al Ballo degli Austriaci o alla Prima alla Scala. Chi si invidia è sempre chi sta subito sopra di se! Chi sta molto più in alto viene semmai idolatrato!
A livello globale il problema è che purtroppo che sono proprio quelli di mezzo che, storicamente, da sempre, producono la gran parte della ricchezza del paese. Se li si ostacola in tutti i modi, da sotto e da sopra, alla fine l'economia intera ne risentirà.
Il ruolo dell'inquinamento
La cosa curiosa che ho notato durante l'incontro sull'Area C organizzato da VAS (MILANO AREA C . C sto / non C sto : sostenitori e detrattori a confronto.) è che molte persone sembrano VOLERE a tutti i costi, che l'inquinamento da polveri sia primariamente dovuto alle auto. Non è che ci credono e basta, per loro deve essere così! Si noti ad esempio il fatto che il rappresentante del CNR mi ha dato a me del "terrorista", perchè affermavo che i principali responsabili dell'inquinamento da pm10 sono i riscaldamenti e non le automobili! Proprio lui, che ha descritto l'inquinamento come causa di malattie e sciagure varie!
In realtà, alla luce di quanto sopra, si comprende bene quale sia il motivo di tale attitudine: l'inquinamento è la pezza d'appoggio perfetta per le loro pretese! Le ragioni estetiche e, peggio ancora, le ragioni puramente egoistiche (le vere ragioni), sono infatti di scarsa presa, se non addirittura inaccettabili moralmente.
L'inquinamento, però, se lo si riesce ad attribuire alle automobili, mette a posto tutto! Finalmente si ha un buon pretesto per creare ostacoli sempre maggiori a chi deve utilizzare l'auto e coprirlo di tasse, tributi e balzelli! Affermando che l'inquinamento causa malattie e addirittura morti si può mettere a tacere qualsiasi argomento contrario. Chi mai avrebbe il coraggio di dire che la salute non va tutelata?
L'inquinamento permette quindi di trasformare l'egoismo di costoro in filantropia, di rendere una battaglia di puro interesse personale in una battaglia per il bene pubblico. Permette di spacciarsi per salvatori del mondo, anche se in realtà si fanno solo i propri interessi.
E' quindi un punto chiave quello di fare più informazione possibile. Solo rendendo cosciente un numero sempre maggiore di cittadini del fatto che l'inquinamento non è drammatico come viene detto e, soprattutto, che le automobili ne sono solo una causa del tutto secondaria, che si può sperare di spuntare le armi di chi sta mandando a fondo la mobilità milanese (e con essa l'economia della città) per il proprio piccolo interesse personale! Solo fatto questo passo sarà possibile invertire la rotta e proporre misure pensate in funzione del benessere di tutti, e non solo di una parte minoritaria di chi vive e lavora a Milano!
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