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Da milano.corriere.it:
http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_ottobre_4/senesi-50-mila-berlusconi-1703875300835.shtml
festa Pdl: Formigoni: anch'io candidato a dicembre
«In 50 mila con Berlusconi»
Slitta il via libera alla Moratti
Il premier non incorona Letizia. Boeri: evidente che non la stima. Il sindaco: non era questo il momento
MILANO - «Siamo in cinquantamila», esultano gli organizzatori. Stima assai generosa, anche se al Parco Sempione di folla ne è arrivata in effetti tanta. Castello Sforzesco blindatissimo per il Silvio Berlusconi show, chiusura ufficiale della seconda festa nazionale del Pdl. Nel primo pomeriggio era anche serpeggiato l'allarme: il premier potrebbe dare forfait. Colpa di un paio di telefonate anonime arrivate alla questura che annunciavano bombe e attentati. Mitomani. Ma il nervosismo di polizia, carabinieri, uomini della scorta è comunque ai livelli di guardia.
Il premier sale sul palco alle 16 e 30, scortato da una nuvola di agenti. «Qualcuno ha tentato di non farmi arrivare», sbotta Berlusconi. Ci sono anche tre contestatori, subito allontanati e identificati. Poi la tensione si scioglie e il comizio si snoda tra i temi di politica nazionale: «i successi» del governo, i rifiuti di Napoli, «il ritrovato prestigio internazionale», la tenuta della maggioranza dopo il terremoto di Fini. E la magistratura, ovvio. E Milano? Niente. Nemmeno un cenno. Non una parola su Expo, né sulla ricandidatura a sindaco di Letizia Moratti. L'attesa incoronazione al Castello dunque non è arrivata. La Moratti segue il discorso seduta in prima fila sulle poltroncine allestite sotto il maxi-tendone di piazza del Cannone. Alla fine non ci saranno né taccuini né telecamere: il sindaco fila via diretta al Forum per la sfida tra l'Armani e i Knicks.
Già dalla prima mattinata la Moratti si era preoccupata di mettere le mani avanti: «Oggi il presidente Berlusconi farà un discorso sui temi nazionali. Sinceramente non mi aspetto niente». Previsione centrata. «Nessuna sorpresa», dice anche il presidente della Regione Roberto Formigoni. Spiega il governatore: «Non era questo il momento. Era un appuntamento nazionale. E poi, in fondo, anch'io sono stato ricandidato ufficialmente dal presidente a dicembre, quasi sotto Natale. Come si vede di tempo ce n'è ancora».
Stefano Boeri, uno dei tre candidati alle primarie del centrosinistra, passa però all'attacco: «Oggi Berlusconi ha parlato dei 60mila team di missionari del Popolo della libertà ma non ha speso nemmeno una parola per ricandidare Letizia Moratti. L'imbarazzo nel centrodestra nei confronti di un sindaco che si è dimostrato incapace di governare Milano è sempre più evidente. Neppure i tanti milioni che Moratti promette di spendere in campagna elettorale rassicurano Berlusconi». Conclusione al vetriolo: «A confronto con i tentennamenti del despota che non ha deciso chi investire della carica di sindaco per il centrodestra a Milano, il laboratorio democratico delle primarie è un esempio di innovazione e trasparenza».
Andrea Senesi
04 ottobre 2010
Da milano.corriere.it:
http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_ottobre_4/albertini-attende-chiamata-1703875300848.shtml
Il retroscena
Albertini in attesa di una chiamata Pdl
L'ex sindaco attende una telefonata da Arcore. Ma attende anche le primarie del Pd
Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Gabriele Albertini invece osserva. Almeno per il momento. Osserva cosa si muove alla sua destra ma anche alla sua sinistra. Letizia Moratti non è ancora la candidata ufficiale del Pdl, ma le probabilità di un colpo di scena sono ad oggi piuttosto basse. L'ex sindaco, nel frattempo, attende telefonate da Arcore. Dal premier aspetterebbe una proposta per un ruolo politico di primo piano. Che per forza di cosa non potrà però essere quello di ministro allo sviluppo economico, poltrona di fatto assegnata a Paolo Romani. E allora che fare? Albertini anche negli scorsi giorni ha incontrato gli emissari milanesi di Gianfranco Fini. Candidarsi a sindaco con una lista civica con l'appoggio di Fli, Udc e con la benedizione di qualche sponsor eccellente a sinistra (leggi: Massimo Cacciari)? Nessuna decisione, nessuna promessa. E però qualcosa si muove. Soprattutto se le primarie del Pd dovessero risolversi con un risultato a sorpresa. Con la vittoria cioè di Giuliano Pisapia, l'uomo più a sinistra della terna dei candidati. A quel punto, sarebbe il ragionamento, si aprirebbe uno spazio politico che potrebbe essere riempito con una candidatura civica capace di raccogliere i delusi dalla Moratti e i moderati del centrosinistra. Albertini, appunto. Ma i se sono ancora tanti. Le elezioni amministrative non dovrebbero coincidere con le politiche, intanto. Altrimenti lo sgarbo a Berlusconi rischierebbe di essere troppo fragoroso. E poi ci sarebbe da fare da sintesi all'interno di una coalizione che per ora esiste solo sulla carta. «Milano in questo caso tornerebbe a essere un laboratorio politico in grado di anticipare scenari nazionali», ragiona un importante protagonista della vita politica cittadina. E la Moratti? Non ancora incoronata, mostra fiducia. Ma ad Albertini dicono che una telefonata l'abbia fatta anche lei.
Andrea Senesi
04 ottobre 2010
Da milano.repubblica.it:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/10/04/news/milano_gli_islamici_varano_una_lista_civica_per_le_comunali-7717380/
IL CASO
Milano, gli islamici annunciano una lista civica per le comunali
Il presidente del Centro di viale Jenner: "Sarà laica e si chiamerà Milano Nuova"
Politici spaccati. Pisapia favorevole, il leghista Boni parla di "deriva pericolosissima"
Il presidente del Centro islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari, ha annunciato che alle prossime elezioni comunali di Milano, in calendario nella primavera prossima, si presenterà una lista civica di immigrati che si chiamerà 'Milano Nuova'. Shaari, che non ha precisato se la lista avrà un candidato sindaco, ha specificato che non si tratterà "di una lista islamica ma una lista laica". "Non importa - ha spiegato - se non eleggiamo nessuno. Quel che conta è dare la possibilità a tutti gli stranieri di sentirsi parte della città. E non sarà una lista contro gli italiani. Anzi, contiamo anche di avere con noi italiani che condividano il programma che stiamo mettendo a punto e che sarà pronto nelle prossime settimane".
Nell'attesa si sono già accese le polemiche nel centrodestra per questa iniziativa, che invece è "estremamente positiva" secondo Giuliano Pisapia, uno dei candidati alle primarie del centrosinistra. Il leghista Davide Boni, che è presidente del Consiglio regionale della Lombardia, considera la lista di immigrati "una discriminazione al contrario, una deriva pericolosissima". Il segretario milanese del Carroccio, Igor Iezzi, va oltre augurandosi "di non ritrovarci in consiglio comunale un nuovo Mohamed Game", l'uomo arrestato dopo aver tentato di farsi esplodere alla caserma Santa Barbara di Milano. Iezzi tira in ballo anche il Pdl: "Suggerisco a Shaari di scegliere come capolista Aldo Brandirali, il consigliere comunale del Pdl che ha proposto l'apertura di una moschea per ogni zona".
Il coordinatore provinciale del Popolo della libertà, Romano La Russa, però, alla lista civica dice un secco no e non si fida delle assicurazioni di Shaari che la lista sarà laica e aperta anche agli italiani. "Un partito della Shaaria? No, grazie. Milano non ha bisogno di un partito per islamici per sostenere le istanze degli immigrati - sostiene - La città ha dimostrato di saper accogliere con gran cuore gli stranieri che vogliono lavorare e rispettare le leggi".
Chi la considera invece una idea positiva è Pisapia. "La lista - sostiene - è utile alla costruzione di una Milano più accogliente e più democratica, sicuramente meno discriminatoria". "Proporre una lista interetnica - conclude - significa voler partecipare attivamente alla vita cittadina senza discriminazioni, ma creando invece più coesione sociale e politica".
(04 ottobre 2010)
Da milano.repubblica.it:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/10/04/news/stefano_boeri_dai_tetti_alle_strade_milano_pronta_a_una_rivoluzione-7721743/
IL TEST/ L'AMBIENTE
Stefano Boeri: dai tetti alle strade
Milano è pronta a una rivoluzione
I candidati del centrosinistra alle primarie rispondono sui temi centrali della loro sfida
"Parchi agricoli sottoutilizzati e parchi poco sfruttati: non basta fermare le auto la domenica"
di TERESA MONESTIROLI
Stefano Boeri, lo smog è uno dei peggiori nemici di Milano. Come pensa di risolvere il problema dell’inquinamento?
«Milano potrebbe essere la prima città italiana a fare una rivoluzione ecologica, una trasformazione del modo di usare la città e di produrre. Non basta bloccare il traffico la domenica, ci vuole una sfida più grande, che aumenti la qualità della vita».
In che modo?
«Stimolando l’agricoltura e rivoluzionando la mobilità. Milano è una metropoli di piccole dimensioni. È circondata da aree agricole che oggi non sono sfruttate a sufficienza. Ha parchi importanti che potrebbero essere sfruttati meglio».
Iniziamo dal traffico. Cosa pensa dell’Ecopass, inaugurato nel 2008 e da allora fermo al palo?
«Ho firmato il referendum che ne chiede l’estensione. Per disincentivare l’uso dell’auto servono diversi provvedimenti, tra cui l’ampliamento progressivo di Ecopass prima alla circonvallazione della 9091, poi fino al sistema delle tangenziali. E naturalmente l’aumento delle tariffe di sosta per i non residenti. Ma non è sufficiente».
Oltre alle telecamere di Ecopass, Milano non ha visto granché in questa direzione.
«Invece bisogna potenziare il trasporto pubblico di superficie verso gli svincoli tangenziali, rivedere il regolamento delle corsie preferenziali, con incentivi per le auto che viaggiano cariche. In Nord Europa le auto con tre passeggeri possono viaggiare liberamente sulle preferenziali, in Giappone le macchine lunghe meno di tre metri parcheggiano gratis. Studiamo le esperienza straniere e importiamo ciò che aiuta Milano a diventare la capitale italiana delle biciclette».
Come? Da anni se ne parla, ma la mobilità su due ruote non è mai decollata.
«Milano ha le caratteristiche perfette per circolare in bici, ma bisogna fare un grande sistema di oasi pedonali e le piste ciclabili. Non solo i raggi dal centro alle periferie, ma anche percorsi sensati per collegare punti nevralgici. La giunta Moratti ha perso più di un’occasione. Basti pensare a corso Buenos Aires: hanno rifatto i marciapiedi senza considerare le piste ciclabili».
Isole pedonali, piste ciclabili, road pricing, aumento delle tariffe del parcheggio: tutti provvedimenti che il partito dell’auto (i commercianti) ha sempre contestato. Come pensa di convincerli?
«Ci vogliono decisioni politiche. Non sempre è possibile avere il consenso generale su tutto, non per questo si deve rinunciare a scelte importanti che migliorano la vita in città».
Dove pensa di trovare gli investimenti per questi interventi?
«Sto studiando il bilancio del Comune e sono convinto che ci sia margine di risparmio per di finanziare tutte le iniziative ambientali».
Passiamo all’agricoltura. Che proposte ha in merito?
«Milano ha un rapporto molto difficile con l’agricoltura di prossimità che non dà nulla alla città. Bisogna puntare sul recupero delle cascine, tema che ho già sviluppato con Sloow Food, per creare aziende agricole in grado di rifornire i cittadini».
E dentro la città?
«Bisogna ragionare sugli spazi verdi. Quelli grandi come il Sempione e Palestro dovrebbero avere una funzione sociale e culturale più chiara. Sono circondati da istituzioni culturali di prestigio che potrebbero attirare di più i milanesi, magari studiando un sistema di biglietto unico per musei e teatri».
La giunta Moratti ha bocciato l’idea di Renzo Piano di piantare alberi in centro. Lei cosa ne pensa?
«È un tema importante su cui lavorare. Ho partecipato a un’iniziativa della Provincia che ha piantumato 300 mila alberi sulla cintura urbana. È stata un’esperienza unica, peccato che la nuova giunta di centrodestra l’abbia fermata».
Le aree verdi sono spesso al centro di provvedimenti sulla sicurezza come ordinanze antidegrado e cancellate. Vede soluzioni alternative?
«Il primo problema da risolvere è l’illuminazione, che il più delle volte è pessima. Per rivitalizzare le periferie bisogna accendere luci, non spegnerle. E poi c’è da aumentare la vigilanza».
Edilizia sostenibile: cosa ne pensa della concessione di volumetrie a coloro che costruiscono seguendo i nuovi standard di risparmio energetico prevista nel Pgt?
«Gli incentivi sulla sostenibilità ambientale sono giusti, ma non c’è bisogno di concedere volumetrie. Anche in questo campo ci sono esempi in Europa eccezionali: a Friburgo esiste la borsa dei tetti, dove vengono installati impianti di energia solare. Perché non farlo anche a Milano, partendo da tutti gli edifici pubblici?».
(04 ottobre 2010)
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