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Cara Assessore, forse sei troppo giovane per ricordare gli orti a Milano, ma sei fai un giro in periferia puoi trovarne ancora. Gli orti trasformano spazi pubblici in spazi privati, solitamente delimitati da reti dei letti, tenute insieme da pali rimediati e quant'altro, le baracche degli attrezzi sono fatte da lamiere varie e spesso anche bei pezzi di amianto.
Qualcuno può lodare il riciclaggio, ma per i più è il degrado che sale sotto i propri occhi ad opera di qualche prepotente, abusivo ma amante dei suoi pomodori. Con la tua visione romantica non si amministra la città. I cittadini hanno diritti e doveri, così come gli amministratori dovrebbero garantire la convivenza civile.
Poi c'è anche un discorso più importante che riguarda la progettazione della città. Nessuno si dovrebbe improvvisare urbanista o architetto del verde. A Milano c'è una bella Università di architettura che potrebbe occuparsi di queste cose con un po' più di competenza dei comitati.
Parlo per esperienza, anch'io faccio parte di un comitato, ed ovviamente ci interessa tutto quello che succede sotto in nostro naso, sperando che il peggio vada in un altra zona.
I Comitati sono nati per la incapacità degli amministratori di governare il bene comune.
A proposito lo scorso autunno ad una riunione del Coordinamento dei Comitati, Paolo Limonta si prese pubblicamente, al Teatro Puccini, l'impegno di intrattenere i rapporti tra Giunta e Comitati. Gli abbiamo scritto più volte senza mai ottenere un cenno di riscontro.
Ma non possiamo prendercela con Lui, povero, è solo un volontario...
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