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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 06-02-2013 alle 13:21

Un'esperienza esemplificativa

So che i post lunghi hanno poca probabilità di essere letti ma questo è il racconto di ciò che mi è successo questa mattina...

L'inquilino di una casa popolare per cui in passato ho svolto alcuni lavori da antennista mi chiama per avere un parere esperto: sono diversi giorni che non c'è più segnale dall'antenna condominiale, due scale sono senza TV, e lui vorrebbe sapere se si può e quanto costa montarsi una antenna privata sul balcone.

Arrivo sul posto, il citofono è rotto (come accade quasi sempre in questi palazzi) e la porta è stata sapientemente nastrata con della carta da pacchi per rimanere aperta.

Salgo comunque e dopo un breve sopralluogo comunico il mio responso: siamo al secondo piano e un'antenna terrestre è da escludersi, la satellitare è costosa, per cui chiedo se non si possa fare nulla per ripristinare il segnale di quella centralizzata.

Sul pianerottolo incrociamo un altro inquilino, anche lui ha chiamato l'ALER e sostiene che la risposta è stata che loro non usciranno: devono fare una colletta e arrangiarsi tra loro a farla riparare.

Decido di chiedere se posso dare un'occhiata: forse è solo un fusibile saltato o un cavo che si è staccato...

Purtroppo la custode è assente causa assemblea ALER (ma mi dicono che è sempre assente) e non posso avere maggiori informazioni.

L'antenna è in cima alla scala B, prendo l'ascensore che a causa di un guasto arriva solo fino al terzo dei quattro piani, ma giunto in cima scopro che la porta dei solai è murata.

Scendo e su suggerimento di altri condomini provo dalla scala A: qui il solaio è aperto, non dovrebbe comunicare con quello della scala B ma qualcuno ha visto bene di abbattere una parete divisoria creando un passaggio tra i due solai.

Mi avvio disturbando la mattinata di molti piccioni che abitano quel luogo dimenticato e trovo la centrale TV, ovviamente aperta, e spenta.

Poco sotto gli interruttori elettrici, sempre con tutte le scatole aperte in barba a qualsiasi tipo di normativa di sicurezza... misuro e manca corrente a tutto il solaio.

Scendo e chiedo se qualcuno sa dov'è il quadro elettrico della casa.

La custode è sempre irreperibile.

Alla fine lo trovo nella cantina della scala A, dove c'è anche un operaio rumeno che cerca di chiudere un rubinetto dell'acqua per poter sostituire un calorifero.

Il quadro elettrico della scala A sembra a posto (a parte un cavo elettrico inserito alla bell'è megio per portare corrente ad un appartamento in ristrutturazione e un relè del temporizzatore luci del solaio fulminato.

Intanto l'operaio ha trovato ciò che cercava e abbarbicato su una vecchia valigia trovata chissà dove è riuscito ad aprire una saracinesca: ora l'acqua non va più al calorifero ma cade copiosa direttamente sul pavimento della cantina, ma pare che sia normale così...

Mi sposto nella cantina della scala B.

Buio pesto, la luce non funziona.

Mi faccio prestare una torcia elettrica e scendo sentendomi un po' come in un videogioco di labirinti da esplorare.

Trovo il quadro elettrico; per metà è senza corrente e la causa pare essere ancora più a monte, dal contatore che serve le varie ali del palazzo.

Le cantine, i solai, la centrale TV e forse i citofoni sono fermi per questo motivo.

Qualcuno dice di aver visto operai dell'enel al lavoro qualche giorno prima, quando il problema è cominciato...

Cerco il locale del contatore (tutte le cantine sono aperte) e mi imbatto in situazioni di vari livelli di degrado.

Ci sono cantine in cui le porte in metallo (nuove) sono state divelte e piegate, nella scala D il locale col quadro elettrico è ingombro di pezzi di mobili, stracci e altra immondizia, anche un carrello della spesa che rende inaccessibile il quadro stesso.

Alla fine mi arrendo: non è un lavoro e nessuno mi pagherà per risolvere questo problema.

Suggerisco di richiamare l'ALER e segnalare che il problema non è l'antenna centralizzata ma è di natura elettrica.

Lasciando quello strano posto mi viene da fare una riflessione:

L'ALER ha pochi soldi, mettiamo per esempio che possa spendere solo 50 euro.

Chiama un antennista e quello per uscire e risolvere il problema ne chiede 100.

Ovvio che l'ALER dovrà rinunciare a far riparare l'antenna a meno che non riceva dallo stato/regione/comune 50 euro che mancano.

Quindi le opzioni sono due: o indebitarsi o non fare la manutenzione.

A ben guardare però i 100 euro che chiede l'antennista comprendono iva, tasse e altri contributi almeno nell'ordine del 50%.

Se i lavori sugli immobili pubblici fossero defiscalizzati, l'intervento dell'antennista costerebbe 50 euro e si potrebbe fare subito, senza chiedere soldi in prestito.

Il mancato introito dei 50 euro di iva, tasse, ecc., sarebbero comunque serviti a pagare se stessi visto che dopo averli incassati lo stato dovrebbe usarli per ripagare il debito fatto per pagare l'antennista.

E' un controsenso madornale che lo stato paghi prima di tasca sua ciò che è destinato ad essere versato nelle sue tasche in seguito, specialmente se questo meccanismo contorto impedisce di eseguire i lavori necessari o crea debiti con interessi che non potranno che aggravare inutilmente le spese.

Quindi, tutte le manutenzioni su immobili pubblici pagati dallo stato (o anche da inquilini di tasca propria) non dovrebbero essere gravati da iva, tasse e altri contributi.

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