Rispondi

Ho imparato a conoscere  Giuseppe al tempo della campagna di raccolta delle firme per i cinque referendum cittadini sull'ambiente e la qualità della vita. Fine estate-inizio autunno 2010. Ci si vedeva già da tempo, in zona, ma quella iniziativa ci ha fatto trascorrere molto tempo insieme, nei banchetti davanti alle scuole al mattino presto dal lunedì al venerdì, oppure nelle giornate di sabati e domenica in giro per Milano.

Credo sia stata la campagna di raccolta firme più umida della storia: pioveva sempre.

Ma è stata un'esperienza davvero straordinaria perché ha consentito che tante persone anche molto diverse fra loro per storia personale e cultura politica si ritrovassero, si conoscessero e praticassero insieme l'unico valore autenticamente sano della politica: fare qualcosa nell'interesse di tutti.

Giuseppe è stata una risorsa fondamentale, anche per questo, per Milano. Una delle centinaia di persone, volontari e attivisti, che hanno reso possibile costruire quell'obiettivo per il bene comune (parola di cui oggi troppi si riempiono la bocca). Promuovendo e praticando passione civica. Un traguardo senza il quale, ne sono sempre più convinto, non ci sarebbe stato alcun reale cambiamento a Milano.

Dall'esaltante esperienza referendaria Giuseppe - come molte altre persone - ha trovato slancio e passione civile e non si è più fermato. Un motore (ecologico, ovviamente) della sua associazione. Preciso, puntiglioso (a volte esagerava, lo prendevo in giro per questo), serio. Era stato eletto in Consiglio di Zona 7 e lavorava bene; non aveva particolare passione per le tradizionali liturgie della politica (talvolta i consigli di zona sembrano i B-movie di certe dinamiche), preferiva - per il bene suo e dei cittadini del suo quartiere - lavorare sul territorio.

Ed erano in molti, cittadini del suo quartiere, a salutarlo l'altro giorno alla chiesa di via Don Gnocchi. Gente che continuerà il lavoro iniziato con Giuseppe.

Con Giuseppe