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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 24-07-2012 alle 08:32

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_luglio_24/unioni-civili-scompare-termine-famiglia-pisapia-coppie-fatto-gay-consiglio-comunale-2011146199699.shtml


Palazzo Marino, Presentati oltre cinquanta emendamenti. Delegazione dell'Arcigay in aula

Unioni civili, scompare il termine famiglia

Accordo Pd e Pdl per modificare il testo. Pisapia: «La Curia rispetti le nostre decisioni»

La protesta davanti a Palazzo Marino: Marco Cappato con due esponenti dell'Arcigay (Fotogramma)La protesta davanti a Palazzo Marino: Marco Cappato con due esponenti dell'Arcigay (Fotogramma)






MILANO - La famiglia, alla fine il problema è sempre quello. Le coppie di fatto, le future unioni civili che il Comune vuole registrare attraverso apposito albo, possono beneficiare del titolo? Il dibattito sulla delibera consiliare, al via ieri pomeriggio nell'aula di Palazzo Marino, oggi si concentrerà su questo punto. Un emendamento firmato dal Pdl, ma concordato con gran parte della maggioranza di centrosinistra, cancellerà dal testo originario ogni riferimento, appunto, alla famiglia. Giuliano Pisapia, intanto. Il sindaco ieri ha difeso la delibera del consiglio, sottolineando l'importanza del tema dei diritti. «È un documento importante perché ripristina un livello di eguaglianza minimo». Ma Pisapia ha inteso pure difendere la laicità della scelta compiuta: «Così come rispetto le decisioni della Curia in campo religioso, la Curia deve rispettare le decisioni del consiglio comunale. Ognuno ha il proprio ruolo, nel rispetto delle posizioni e delle idee degli altri».

Le parole pesano. E così al testo originario sono stati allegati ben 51 emendamenti. Una ventina targati Pdl, altrettanti firmati dalla Lega, qualcuno dal Pd e quattro-cinque dall'ala della maggioranza più radicale. Ricomposta però, almeno in parte, la frattura interna al maggior partito del centrosinistra. Le modifiche annunciate dall'ala cattolica sono diventate patrimonio di tutto gruppo. Proposte condivise da tutti i consiglieri pd. Dalla delibera scomparirà allora il riferimento allo «sviluppo» delle unioni civili che il documento voleva far pendere in capo all'amministrazione, insieme con il passaggio sull'«insieme di persone» che aveva indotto la Curia ad evocare il rischio poligamia. Così come sarà stralciata dal testo finale l'assimilazione del convivente registrato al parente prossimo: sarà solo «equiparato».

Il «divorzio», infine. Si sta lavorando a una postilla per introdurre il diritto di cancellazione dal futuro registro. Ma è la questione della famiglia a dividere le coscienze. In aula ieri, tra i banchi del pubblico, c'erano anche il vicepresidente del Pd Ivan Scalfarotto e Marco Mori, presidente cittadino dell'Arcigay. «Se il consiglio dovesse cancellare il riferimento simbolico sarebbe un sicuro passo indietro», hanno spiegato entrambi. Secondo le associazioni gay, «su questo tema, che non è etico ma di civiltà, non ci può né deve essere libertà di coscienza. Bisogna essere coerenti e coraggiosi in politica altrimenti non si fanno passi avanti».

Le parole pesano. «Si tratta solo di quello, però. Faccio notare - dice il pdl Riccardo De Corato - che si tratta di una delibera che non prevede lo stanziamento nemmeno di un euro. Caso più unico che raro». L'impatto simbolico del provvedimento ha diviso comunque schieramenti e partiti. Persino le correnti. Una prova? Giulio Gallera e Mario Mantovani. Stessa «area» pdl, diverso giudizio sulla delibera in questione. Favorevole il primo, scettico, assai scettico il secondo. «Una trappola di Pisapia. Non caschiamoci».

Andrea Senesi 24 luglio 2012 | 8:32

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