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Leggo l'articolo e resto con la bocca aperta. Mi sembra che si tratti di un'altra porcata all'italiana. Stop alle provincie, via alla città metropolitana. Chi ne detta le regole? Il governo nazionale, infischiandosi se da mesi (per non dire anni) c'è chi, con conoscenza di causa e legami diretti con il territorio, sta pianificando nei dettagli il passaggio dalle Provincie alla Città metropolitana. Non sapendo di cosa sta parlando e dovendo legiferare in maniera uguale per tutto il Paese, il nostro governo decide di "improvvisare" delle soluzioni: allora ci ritroviamo con un organo in più da pagare (anche se i ruoli di sindaco, vicesindaco e consigliere non sono stipendiati, siamo abbastanza esperti per sapere che non sarà un'attività a costo zero), un organo in più dove discutere di cose già discusse nei vari comuni (che per altro restano senza cambiamenti ?!?!), una serie di personaggi in più NON eletti da nessuno, ma addirittura beneficiari di cariche "automatiche" come il sindaco metropolitano. Ma mi chiedo, che senso ha buttare questo decreto all'interno della "spending review" in una votazione notturna di inizio estate? Perché buttare all'aria tutto il lavoro (per altro pagato da noi) dei Comuni che stavano già pianificando una migrazione verso le città metropolitane? Perché voler imporre una legge senza conoscere le diverse realtà territoriali che costituiscono il nostro Paese? Perché non limitarsi a dare un limite di tempo per l'attuazione del passaggio e l'abolizione delle Province lasciando ai Comuni e alle Regioni la facoltà di legiferare?! A voler pensare male sembrerebbe che, come al solito, gli interessi di pochi hanno prevalso su quelli del Paese.
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