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Inviato da avatar Corrado Angione il 02-07-2012 alle 12:22

Sono rimasto anch'io perplesso del sostanziale immobilismo della Giunta (salvo eccezioni, p.es. dell'assessore all'Urbanistica, Ada Lucia De Cesaris, o la capogruppo del PD in Consiglio comunale, Carmela Rozza), sul tema della Città della salute. Con il rischio che Milano perda funzioni come il neurologico Besta e l'Istituto dei Tumori. O, peggio, che le risorse destinate a un progetto in origine pensato come pubblico, si confonda nel mix pubblico privato del Cerba di Veronesi. Non ci siamo ancora, lo so, ma stiamo attenti. Dice: "occorre prima un progetto". Già. Salvo chiedersi a chi competerebbe, se non la definizione, almeno la promozione dei percorsi, delle relazioni e dei confronti pubblici con gli operatori e con la città necessari allo scopo. Quale sanità a Milano, quali servizi, che tipo di ricerca ricerca sostenere, cosa devono essere gli ospedali esistenti e quali collaborazioni attivare con gli istituti univeritari. Se ne discute? Dove? La città della salute sta a un Ospedale (generalista o specialistico), come a sua volta un Ospedale sta (più o meno, perdonatemi la forzatura) a una guardia medica. Nessuno mai si sognerebbe di rinunciare a un Ospedale, perché "tanto è sufficiente ristrutturare la guardia medica, che ci abbiamo speso già dei soldi". L'area della piazza d'Armi era un'opportunità, in considerazione delle sue caratteristiche. Che, spero, ci stimolino tutti a immaginare per la stessa funzioni di qualità per il futuro.

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