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10 mesi fa
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Nella notte tra Lunedì e martedì c'è stata una strage di alberi.
Non possiamo rispondere a questo facendo una strage di alberi in classe D; questa pratica, in una eventale futura tempesta non basterebbe a scongiurare la caduta di tanti altri alberi.
Martedì ho proposto di fare un test di trazione agli alberi prima di decidere se abbatterli.
Ieri Fedreghini ha avanzato la stessa proposta, dandoci una informazione preziosa: non tutti ricordiamo che otto anni fa, per la sistemazione dei binari in via Mac Mahon, fu fatta la prova di trazione (per un vento di 80kmh) e 29 olmi, comunque una minoranza rispetto alla prospettiva iniziale, furono abbattuti.
Oggi sul Corriere una proposta analoga la fa anche Alessandro Pestalozza.
Se decidessimo di fare la prova di trazione, oggi la dovremmo fare per una velocità di 110kmh, lo stesso test che fu fatto al Platano di piazza Buozzi.

C'è da stabilire se il test di trazione dovrà essere fatto anche alle altre classi, dopo la classe D. Un'altra proposta che faccio, giusta o sbagliata che sia, è di esaminare le VTA fatte negli ultimi anni, andando a segnare quegli alberi che risultino a rischio elevato (sappiamo che la classe D è un grande contenitore).
Richiede tempo, ma le prove di trazione ne richiedono di più ed anche i costi sono diversi.
Ho un'altra proposta da fare, secondo me la più interessante.

Abbiamo tutti osservato che alcune aree, alberi e filari sono rimasti intatti.

Al di là della conformazione delle vie, da noi in Cermenate e Boeri sono caduti pochi alberi, in Pezzotti nessuno.
Cermenate è larghissima e orientata est-ovest, Boeri altrettanto larga ma orientata nord sud, Pezzotti non larghissima ed orientata nord sud.
In Tibaldi invece è stato un disastro, così in Ripamonti e in piazza Agrippa son cadute branche e rami.
Le tipologie di questi luoghi, e ne ho citati solo alcuni, sono molto diverse, diverso l'orientamento, la forma, gli sbocchi, la vicinanza e l'altezza dei palazzi, eppure non c'è relazione logica tra i danni o la mancanza di danni e queste caratteristiche. Ci saranno altri aspetti che ora non consideriamo, ma quali sono?
Perché allora non analizzare e simulare ciò che è successo, creare una mappa e classificare tutti i parametri che possono concorrere in bene o in male? Questo studio può probabilmente aiutarci a prevenire futuri disastri anche senza abbattimenti massivi postumi e per una prevenzione da dimostrare (a meno che non si abbattano tutti gli alberi...).
Gli abbattimenti di massa possono ridurre la paura delle persone, ma non mette al riparo da nulla. Di fronte a queste tempeste, senza la conoscenza di ciò che abbiamo intorno, tutti gli alberi sono a rischio. Non conosciamo i fattori urbani, fisici e strutturali che hanno concorso a questa strage a macchia di leopardo e, come già detto, non possiamo distruggere il patrimonio del verde solo per fare prevenzione.
Raccogliere i dati, conoscere e simulare le situazioni che si sono venute a creare ci darà una conoscenza senza precedenti.
Avremo una mappa, come oggi abbiamo ad esempio per gli eventi sismici ma più complessa, con le informazioni per ogni luogo della città; con tutte le indicazioni per gli urbanisti e per gli architetti per rendere Milano una città integrabile, compatibile e non interferente con la natura. Salveremo la vita agli alberi e di conseguenza anche la nostra.


avatar Oliverio Gentile 10 mesi fa
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avatar Massimo Mulinacci 10 mesi fa
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avatar Oliverio Gentile 8 mesi fa
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