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11 mesi fa
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Si riconosce il limite come essenziale?

Certamente chi ha studiato le funzioni, sa quanto sia importante Il limite di una funzione f in un punto x0. Indica il valore "a cui si avvicinano sempre di più" i valori della funzione quando viene calcolata in punti sempre più vicini a x0.

Poi ci sono i limiti umani sono come «recinti invisibili e simbolici», e hanno un obiettivo triplice:

  1. Impedire agli altri di entrare nel nostro spazio e abusare di noi.
  2. Impedire a noi stessi di entrare nello spazio altrui e abusare degli altri.
  3. Dare a ciascuno gli strumenti per rappresentare la propria identità.

Tutti questi fattori, e il terzo in particolare, permettono di crearci un'identità che ci conferisca potere. È così in ogni ambito della vita: si possono avere limiti forti in un’area e deboli in un'altra.

Accettare un limite, quanti di noi hanno pensato a questo principio?

Con limite si intendono tutti quegli ostacoli che una persona incontra nel perseguire i propri bisogni e le proprie finalità se questo si vuole dire della vita.

In realtà non c’è una grande distanza tra il calcolo in analisi e la valutazione nella vita, si tratta sempre di calcolare e comprenderne la correttezza cercando poi di fare le dovute verifiche. Esiste la possibilità di errore.

Tutto si basa sui limiti poiché essi sono quanto di più vero possa esistere anche se spesso, in ambito umano, non ci si sofferma su esso, poiché è frustrante e spesso non percepito finché non si raggiunge. Talvolta rifiutato.

Mi chiedo se e come il limite venga calcolato nelle scelte politiche della città e come esso sia percepito da chi esercita un potere. Certo conosciamo il limite fisico che peraltro ha legami con altri componenti (tempo di sforzo, capacità mentale a gestire lo sforzo, razionalità, metodo).

Conosciamo il limite di intervento sia nei lavori umili che in quelli complessi (arrivo fin lì, non oltre, non è di mia competenza ecc.). Su questo ultimo aspetto si basa anche il concetto di partecipazione e cittadinanza attiva o pro-attiva. Certamente si pensa ai propri diritti spesso senza sapere esattamente quali siano ma meno i propri doveri (limite?) se non quelli che percepiamo come tali e adatti alla nostra persona. Dunque non essendoci una cosa scritta e accettata da tutti, sul concetto di limite, esso acquisisce un valore variabile, tal volta dipendente altre indipendente (allora si ritorna all'analisi matematica).

Dunque avvocati, analisti, ingegneri e fisici, potrebbero essere utili alla quotidianità degli esseri umani, non solo nell'ambito della disciplina di cui si suppone padroneggino.

Tuttavia la natura ha dato disposizioni e regole in ogni essere vivente, funzioni primordiali e altre successive secondo il progredire dell’intelletto. Oggi abbiamo totalmente perso il senso dei limiti diversi da quelli fisici. Ecco perché vale sempre di più il beneficio del dubbio e la constante presenza del buon senso e del senso della misura, ecco un limite della cittadinanza rispetto alla partecipazione attiva e l'abuso e la coercizione se non la violenza, nei confronti della società e del prossimo.

Allora c'è un limite tollerato e placebo al limite vero? E' forze il bisogno anche se declinato talvolta all'ambizione?

Ho paura che nessuno faccia più riferimento al limite come elemento indispensabile per capire o meglio: riflettere.

 

 Gianluca Gennai


avatar Giulio Beltrami 11 mesi fa
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Credo interessante, a proposito di limiti, il saggio  Una nuova democrazia. Come i cittadini possono ricostruirla dal basso di cui allego un estratto giornalistico da me evidenziato. Ma la questione civica...